Console romano. Vinse Sanniti, Bruzi e Lucani; mandato come ambasciatore al re
Pirro, per lo scambio dei prigionieri dopo la battaglia di Eraclea, resistette
ad ogni tentativo di corruzione, dimostrandosi di esemplare onestà e
tempra fortissima. Ferito nella battaglia di Ascoli nel 279, fu rieletto console
nel 278, epoca in cui respinse l'offerta del medico di Pirro che si dichiarava
disposto ad avvelenare il suo re. Colpito da questo atto di lealtà, Pirro
desistette dalla guerra. Morì poverissimo e lo Stato provvide ai suoi
funerali e alla dote delle sue figliuole (III sec. a.C.).